martedì 22 gennaio 2019

Sikander su Gioconauta!

Ciao a tutti!
Vi segnalo che recentemente ho scritto un articolo, intitolato "Giocare Old School", per Gioconauta. Potete leggerlo qui.
Un saluto a tutto lo staff e un particolare ringraziamento a Max!
Alla prossima, avventurieri!

giovedì 10 gennaio 2019

Divertirsi

Da tempo, ormai, cerco di individuare gli elementi che rendono divertente il giocare di ruolo. Altri se lo sono chiesto; Ron Edwards, ad esempio, ha parlato di Intento Creativo (cioè: cosa cerchi in un gdr?), il che riporta al concetto di gameplay (cioè: cosa fa, per cosa è stato creato questo specifico gdr?) e conduce, in definitiva sostanza, a un tentativo di classificazione dei gdr in tipologie.
Tuttavia:
1) spesso i giocatori di ruolo non sanno cosa vogliono (e addirittura può darsi che ciò che vogliono non c'entri nulla con il giocare di ruolo);
2) il gameplay di un gdr non è sempre esplicitato nei manuali, ed è comunque fraintendibile, e può essere realizzato solo a patto che i giocatori (e per giocatori qui intendo anche il master) remino più o meno tutti in tale direzione; e molto spesso il concetto stesso di gameplay è semplicemente alieno ai giocatori di ruolo...;
3) una classificazione dei gdr che non sia non sia assolutamente generica è praticamente impossibile.
Insomma io credo che il quesito non abbia una risposta univoca, e ciononostante credo che solo parlandone possiamo avvicinarci a una "nostra" risposta, che ci permetta di godere appieno del nostro hobby.

Se vogliamo parlare degli "elementi" che rendono divertente il giocare di ruolo dobbiamo prima fare una considerazione banale, ma essenziale, e cioè che ci sono alcuni elementi che rendono divertente o noiosa la serata di gioco che non hanno proprio niente a che fare con il gioco in sé! Banalmente può esserci una formazione di persone con cui mi trovo meglio a giocare rispetto a un'altra. E può esserci la serata che sono più o meno stanco, più o meno incline a divertirmi, con più o meno pensieri per la testa. E può essere che io quella sera mi diverta o mi annoi per l'atmosfera off-gdr più o meno allegra, o per via del piacere o della pesantezza della compagnia, o per la presenza o meno al tavolo di belle donne o superalcolici! Conosco diverse persone che si siedono al tavolo da gioco anche e soprattutto per queste ragioni.
Tolti quindi questi elementi, che comunque hanno un peso notevole, possiamo discutere di cosa rende divertente il giocare di ruolo se ci siamo seduti al tavolo con l'aspettativa di divertirci giocando di ruolo. E qua allora si inserisce il concetto di Intento Creativo, ma più a monte, secondo me, c'è un qualcosa di più generale su cui dovremmo riflettere.
Cos'è, macroscopicamente, un gdr? Lo si è detto tante volte: è una formalizzazione del "facciamo finta che" dei bambini. Dopo possiamo anche chiederci cosa ci diverte nel "far finta che" (se schiacciare i nemici, viaggiare in un mondo fantastico, vestire i panni di un eroe o quant'altro), cioè possiamo parlare di Intento Creativo, ma a monte dobbiamo avere ben chiaro che giochiamo di ruolo per "far finta che".
E volete sapere una cosa? Quella sensazione di "immersività" possiamo ottenerla in molti altri modi e con molti altri giochi!
Ad esempio: recentemente ho giocato a Talisman con alcuni amici che non lo avevano mai provato; ebbene un giocatore, tanto si è divertito e immedesimato nella propria "pedina", che il giorno dopo ha addirittura scritto un breve racconto romanzato degli eventi avvenuti durante la partita (la stessa identica partita che un'altra giocatrice ha trovato invece snervante).
Per fare un altro esempio, io stesso, giocando una volta a Formula D, mi sono esaltato come se mi fossi trovato davvero in pista!
E chi non ha mai provato la sensazione di "essere dentro" un videogame particolarmente avvincente, magari appartenente proprio al genere "gdr" oppure "adventure"?
Quindi, secondo me, la domanda corretta da porci non è "cosa ci piace del giocare di ruolo", bensì "cos'è che ci permentte di immergerci nel mondo fantastico?". E a seguire, non senza svincolarla dalla prima domanda, "chi vogliamo essere in quel mondo fantastico?".
Già, perché magari posso anche adorare il "far finta che", ma se mi propongono: "facciamo finta che io sono la mamma e tu il bambino piccolo" possono anche cadermi i coglioni! E per quanto io abbia una fervida immaginazione potrei non riuscire a rimanere connesso più di tanto a quella fantasia.
È alla luce di queste due domande ("cosa ci permette di immergerci" e "chi vogliamo essere"), secondo me, che vanno cercati gli elementi di divertimento di cui stiamo parlando, ed è tenendo conto di queste due domande che dobbiamo interrogarci circa il nostro Intento Creativo.
Mettiamo che io sia un giocatore a cui piace "schiacciare i nemici sotto i propri talloni"; individuando che è questo ciò che mi piace ho risposto alla domanda "chi voglio essere", ma "cosa mi permette di immergermi"? Forse sono un cervellone amante della matematica, e allora i combattimenti dettagliati della 3a edizione mi faranno raggiungere l'orgasmo; magari, invece, sono un tipo impaziente, per cui prediligo sistemi con combattimenti più rapidi, alla Savage Worlds; o forse sono uno che odia la sconfitta, perciò, per non perdere la "conessione", ho bisogno di un sistema che premi anche i tiri falliti, tipo Dungeon World.
Oppure diciamo che sono un giocatore che semplicemente adora l'idea di essere protagonista in un mondo fantastico; d'accordo, ma cosa mi permette di realizzare soddisfacentemente questa esperienza? Potrei essere un casinaro, o una prima donna, o comunque uno con tante idee e immaginazione, nel qual caso prediligo i giochi new wave; oppure potrei essere una persona più tranquilla, un buon ascoltatore, nel qual caso preferisco un tradizionale Middel Age.
Capite cosa voglio dire? Il "chi" e il "come far finta che" definiscono gli elementi che ci divertono: combattimenti dettagliati o rapidi, narrazione libera, interpretazione, problem solving, hard core gaming, gestione delle risorse, ecc ecc.
Concludendo io credo che l'alchimia di tutti i "chi" e i "come" delle persone sedute al tavolo da gioco, con tutte le loro infinite sfumature, il gameplay del gdr specifico e la capacità dei giocatori di padroneggiarlo, nonché le dinamiche che si creano in quella particolare serata, tra quelle particolari persone, costituiscono gli elementi che vanno a definire se, a fine serata, ci siamo divertiti oppure no.