domenica 25 febbraio 2024

Ryuutama: Lo specchio della scuola di Mevo

Da molto tempo sono attratto dal Vecchio Carnevale Blogghereccio, e questo mese (complice il tema accattivante: GLI SPECCHI) ho deciso di parteciparvi. Ho dunque scritto un'avventura a tema (o meglio un canovaccio, dal momento che, come sapete, è la mia formula preferita) per Ryuutama, che sto saltuariamente masterando (normalmente improvvisando) a un gruppo di amici. Così la mia compagna non potrà più dire che arrivo al tavolo impreparato eh eh!

Ecco a voi:

Lo specchio della scuola di Mevo

Un’avventura per Ryuutama


Prologo

[ Prateria (6) + cielo sereno (0) = ON: 6 ]

I protagonisti stanno viaggiando verso il Grande Viola, una lunga tratta che unisce la Città Nera, a sud, con la Città di Smeraldo, a nord. Questa via è conosciuta soprattutto perché, talvolta, vi si leva una foschia violetta che si dice divida la realtà dal mondo dei sogni; per questo motivo essa è spesso percorsa da artisti, sognatori e maghi.

Mentre stanno attraversando le terre selvagge verso est, per immettersi nella via in prossimità della Città di Smeraldo, essi vengono condotti dal Ryujin (nella sua forma animale) a uno specchio d’acqua nel quale egli mostra loro una visione. La visione nell’acqua presenta un uomo di mezza età, decisamente affranto, seduto in mezzo a una moltitudine di specchi; a un tratto le immagini riflesse negli specchi cominciano a muoversi autonomamente e tentano di ghermire l’uomo. È evidente che il Ryujin sta chiedendo ai nostri di aiutare quell’uomo.

Il giorno successivo i protagonisti giungono alla Cittadella di Porcellana, lungo il Grande Viola. La cittadella è un centro fortificato costruito sulla cima di un colle caratterizzato dalla presenza di alberi enormi (alberi che sono anche parte integrante dell’urbanistica della cittadella: vengono infatti utilizzati come punti di avvistamento, ponti e supporti per edifici sospesi). Questo centro abitato è un luogo di passaggio per carovane e pellegrini diretti alla Città di Smeraldo, perciò non è un problema entrare a visitarla. Durante la visita, a un certo punto, i nostri si imbattono nella bottega di un vetraio che riconoscono come l’uomo della visione. Costui si chiama Juzaburo e anche lui ha ricevuto una visione da uno dei suoi specchi (lo Specchio dei Suggerimenti) in cui gli veniva indicato di cercare l’aiuto dei protagonisti.

Juzaburo racconta ai nostri che sua figlia Eriko è scomparsa mentre raccoglieva lacrime di vetro lungo la Pista dei Sogni. L’uomo ha implorato le guardie della cittadella di andarla a cercare, ma la poco accurata ricerca non ha portato ad alcun risultato.

Juzaburo è sicuro che Eriko sia nei guai perché possiede anche un altro specchio magico di sua creazione che in qualsiasi momento può fargli vedere dove si trova la figlia; e in questo momento lo Specchio di Eriko (così lo ha chiamato) mostra la ragazza persa in un luogo oscuro e pauroso.


Antefatto

Eriko ha un giovane amico di nome Hisashi, un aspirante tagliaerba di Mevo, un villaggio alla fine della Pista dei Sogni. Hisashi, per impressionare Eriko, un giorno le ha mostrato l’ingresso alle rovine di un’antica scuola di magia, ad alcuni chilometri dal suo villaggio. Le rovine, in verità, consistono semplicemente in un piccolo sotterraneo spoglio, ma Erika ne era rimasta molto affascinata.

Durante una recente visita solitaria alle rovine, purtroppo, la ragazza ha trovato un passaggio segreto che l’ha condotta in una stanza con uno specchio maledetto. Lo specchio ha attratto a sé Eriko mostrandole ciò che lei più desidera (diventare una maga) e, così facendo, l’ha imprigionata al suo interno, mentre un malvagio replicante è comparso in quel momento nel nostro mondo e ora sta compiendo malefatte nella Steppa dei Draghi di Confine.


Tabella delle condizioni climatiche (d20)

1-8 cielo sereno (0)

9-12 cielo nuvoloso (0)

13-14 caldo eccessivo (+1)

15-16 vento forte (+1)

17-18 pioggia (+3)

19-20 foschia viola (+3)


Luoghi di interesse


La Cittadella di Porcellana:

Si tratta di una cittadella fortificata vagamente arabeggiante, costruita sulla cima di un colle. Il colle è conosciuto come la Collina dei Kapok Viola, alberi giganteschi che sono divenuti parte integrante dell’urbanistica della città: vengono infatti utilizzati come punti di avvistamento, ponti e supporti per edifici sospesi. Su alcuni alberi sono stati creati dei veri e propri giardini. I Kapok circostanti le mura difensive sono stati tagliati, ovviamente.

Questo centro abitato è un luogo di passaggio per carovane e pellegrini diretti alla Città di Smeraldo, dove si dice che i sogni possano diventare realtà (per chi ha compiuto il viaggio con la fede nel cuore verso il proprio sogno). Templi dedicati ai draghi delle stagioni e ostelli sono dunque presenti nell’urbe.

Il governatore e fondatore della Cittadella di Porcellana è un ex mercante, sir Eiko Olsmaito, che cinquant’anni or sono ha saputo ristrutturare un caravanserraglio trasformandolo in un florido piccolo centro commerciale. Le principali merci del luogo sono gli specchi deformanti, le lanterne delle fate e i corni di richiamo dei trapassati, oltre, naturalmente, ai manufatti in porcellana.

I cavalli tigrati sono i principali animali da galoppo e da trasporto; i macachi dispettosi e i pappagalli pettegoli sono i principali animali da compagnia (ma se ne trovano anche molti randagi). Alcuni incantatori da strada addomesticano i serpenti dell’aldilà per i propri spettacoli.

La cittadella ha tre porte che si aprono su altrettante strade. La strada settentrionale si biforca dopo pochi chilometri: a sinistra attraversa le steppe, a destra le colline. Le steppe sono popolate dai Draghi dell’Ultimo Respiro, che sono cacciati dai nomadi per i loro corni pregiati; le colline sono invece rinomate per essere la dimora di molte colonie di fate luminose.

La porta a sud-est si apre sulla Strada dell’Ultima Sera, dove più comunemente ci si imbatte nella foschia violetta. È un luogo considerato pericoloso, perché su questa strada la gente alle volte scompare, ma alcuni raccontano invece di aver trovato la propria fortuna in mezzo alla nebbia.

Dalla porta a sud-ovest parte la Pista dei Sogni, dove si raccolgono le lacrime di vetro con cui vengono creati gli specchi magici. In verità, però, solo pochi artigiani abili (come Juzaburo) sono riusciti a realizzare, con cristalli particolarmente pregiati, opere davvero valide: la maggior parte dei vetrai realizza solo simpatici specchi deformanti.


Agganci:

    • Un mercante racconta di esser stato derubato da una banda di briganti, a nord-ovest, tra cui spiccava per ferocia una giovane donna che corrisponde alla descrizione di Eriko (longilinea, volto angelico e capelli d’argento)

    • Chi conosce Eriko (tranne il padre) sa che ha un grande sogno: diventare un’abile maga. Non sembra molto portata, però…

    • Affinché il pellegrinaggio alla Città di Smeraldo porti alla realizzazione del proprio desiderio, deve avere inizio alla Città Nera (che si trova molto a sud), essere fatto a piedi e con la fede nel cuore

    • Lungo la Via dell’Ultima Sera ci si imbatte con più frequenza nella pericolosa foschia violetta: per questo motivo chi è ossessionato da un desiderio che non riesce a realizzare si avventura su quella strada, nella speranza di trovare in mezzo alla nebbia quel che sta disperatamente cercando

    • Sulle colline a nord-est ci sono dei boschi intricati e oscuri, abitati da pericolose fate ingannatrici

    • Così come Juzaburo è uno dei più abili vetrai della cittadella, Eriko può essere definita una delle migliori cercatrici di lacrime di vetro

    • In più di un’occasione Eriko è stata vista, lungo la Pista dei Sogni, in compagnia di un ragazzino robusto e mal vestito (scalzo), ma nessuno in città sa chi sia

    • Un occhio attento si accorgerà (non subito) che un pappagallo pettegolo (Albert) sta tenendo d’occhio i nostri da quando hanno lasciato la bottega di Juzaburo; prenderlo, però, è davvero difficile e, se scoperto, l’animale volerà verso sud-ovest


Oggetti (rilevanti) in vendita:

Oggetto

Prezzo (O)

Dimensione

Spiegazione/effetto

Specchio deformante

1500+

1+

Ce ne sono di vari tipi, dimensioni e proprietà: dai più semplici che riflettono un’immagine più magra, più grassa, più vecchia o più giovane, ai più complessi che raccontano barzellette o proferiscono bislacchi presagi.

Lanterna delle fate

4000+

1+

Queste lanterne sono in grado di mostrare ciò che normalmente non è visibile agli occhi: spettri, strade nascoste, aure, ecc. Si alimentano a frutta dolce (il cibo delle fate).

Corno di richiamo dei trapassati

2000

3

Questi corni producono un suono simile a un lamento spettrale: non è facile saperne trarre una melodia. Si dice richiamino i morti, e in effetti hanno un blando effetto di richiamo sui corvi, i serpenti e gli spettri.


La Pista dei Sogni:

[ Terreno roccioso (8) ]

Somiglia, in molti punti, al greto di un torrente in secca più che a una pista. Le lacrime di vetro possono essere trovate lungo la strada, ma i veri cercatori sanno esattamente quali sono i punti in cui questi cristalli compaiono più spesso e quando (principalmente dopo il levarsi di grossi banchi di foschia violetta).

Hisashi, avvisato da un pappagallo pettegolo (di nome Albert) che i nostri sono in possesso di uno specchio per individuare Eriko, tenta di derubarli lungo questa via. Se non ci riesce vuoterà il sacco, anche se è molto orgoglioso, raccontando della sua amicizia con la ragazza. Poiché non ritiene importante l’episodio dell’antica scuola di magia (anche perché lui si è già recato lì in cerca di Erika) non ne parlerà subito. Non ha proprio idea di dove si trovi la sua amica, perciò intende portare lo specchio a Mevo per chiedere consiglio.


Mevo:

Questo piccolo villaggio si trova all’estremità meridionale della Pista dei Sogni. La sua principale fonte di sostentamento è il commercio dell’erba gigante, che è una leccornia per i draghi e viene bruciata per attirarli. Vi si realizzano, comunque, anche delle ottime zuppe.

Per diventare un Tagliaerba, ciascun giovane del villaggio deve superare un rito di passaggio che consiste nel attraversare il Grande Campo fino a raggiungere il Colosso d’Erba e tagliargli un dito del piede (che tanto ricresce); per far questo il novizio deve utilizzare una falce nuova che diverrà la sua falce per tutta la vita (se si dovesse rompere dovrà rinunciare per sempre a essere un Tagliaerba).

Hisashi è conosciuto da tutti qui: alcuni pensano che diventerà un grande uomo, altri che è solo un piantagrane. La capanna di suo zio Kichibei (suo tutore e unico parente prossimo in vita) si trova poco fuori dal centro abitato. Kichobei è un ex-tagliaerba a cui si è rotta la falce in seguito all’attacco di un drago climatico. È un uomo coraggioso e scorbutico.

Il migliore amico di Hisashi è Maresuke, il fabbro, un ragazzo allegro, alto e dinoccolato con i capelli color paglia e la testa sulle spalle.


Agganci:

    • Il Colosso d’Erba vede molto distante dall’alto della sua statura e sarebbe quindi sicuramente in grado di dire dove si trovi la foresta oscura, se fosse nel suo campo visivo; per poter parlare con lui, però, bisogna riuscire a salirgli vicino all’orecchio, cosa che solo Kichobei ha mai fatto in questa generazione (anche se non tutti lo sanno)

    • Un grande saggio di nome Jonnosuke vive su un eremo alla fine della Strada dell’Ultima Sera


La Strada dell’Ultima Sera:

[ Terreno incolto (6) + 1-12 cielo nuvoloso (0) o 13-20 foschia viola (+3) ]

Anche quando non c’è la nebbia, questa strada è comunque un po’ lugubre: gli alberi sono spogli, l’erba è rada e smorta, non vi sono animali tranne occasionali corvi dagli occhi di cristallo.

Lungo la via si possono incontrare disperati di ogni risma, chi in cerca dell’amore, chi della ricchezza, chi della gloria: alcuni riescono davvero nel proprio intento, ma la maggior parte si perdono.

Se i protagonisti si arrischiano a entrare nella foschia violetta troveranno qualcosa di interessante, ma a un prezzo. Se rischiano di perdersi, il Ryujin interverrà a salvarli.

Chi percorresse questa strada fino in fondo giungerebbe al eremo di Jonnosuke.


Le colline delle fate:

[ Altopiano (8) e Montagna (10) ]

Un luogo ameno, ricco di vegetazione medio-bassa e piccola selvaggina. I cacciatori della Cittadella di Porcellana si recano qui, con fionde e retini, soprattutto per prendere facoceri e fate luminose. Tuttavia, mentre la caccia al facocero è abbastanza sicura, quella alle fate è un’attività meno tranquilla, perché questi piccoli insetti tendono a condurre gli uomini verso trappole naturali e precipizi.

La strada che attraversa le colline a un certo momento si arresta di fronte a un mastodontico ponte distrutto, di cui rimangono solo alcuni macigni fluttuanti. Attraversare il canyon sottostante è pericoloso per la presenza di diversi draghi famelici.


Le steppe dei Draghi di Confine:

[ Terreno incolto (6) ]

Sono detti anche Draghi dell’Ultimo Respiro. È possibile vederli solo alla luce della luna piena. Vengono cacciati dai nomadi delle roncole per le scaglie, la bile e i preziosi corni con cui gli artigiani delle Cittadella di Porcellana realizzano macabri strumenti musicali.

Un mercante proveniente da questa via racconterà ai protagonisti di essere stato derubato da un gruppo di nomadi tra cui spiccava per ferocia una ragazza che risponde alla descrizione di Eriko (si tratta, in verità, del suo doppio: Meriko).

L’accampamento dei nomadi delle roncole è lungo la via. Meriko, la malvagia replicante, non accetterà mai di tornare nello specchio da cui proviene, ma potrebbe accennare alla sua vecchia vita da ombra. Ora è un generale dei nomadi.


L’antica scuola di magia di Mevo:

Cadde 80 anni fa, quando si facevano i primi esperimenti strutturati sulla foschia viola. Qualcuno riportò dalle nebbie uno specchio dei desideri, ma esso fece impazzire i maghi, che cominciarono a bramarlo e a combattersi l’un l’altro per il suo possesso. In questa battaglia qualcuno scatenò a un certo punto un incantesimo troppo potente e incontrollabile: la foschia viola cominciò ad avvolgere la scuola inghiottendone gli occupanti. Alcuni cercarono allora di fuggire; tra essi un giovane mago di nome Jonnosuke e la sua ragazza, Risako.

Risako rimase bloccata fra i lembi della nebbia e Jonnosuke, spaventato, fuggì, lasciandola al suo destino. Risako, allora, implorò lo specchio per una via di fuga ed esso divenne quindi un portale per un regno delle ombre, dove Risako è ancora imprigionata. Quando lei entrò, un malvagio doppio uscì dallo specchio. Jonnosuke vide il replicante (senza sapere che lo era) tentare la fuga attraverso le nebbie e maledirlo mentre scompariva. Da allora Jonnosuke vive oppresso dai sensi di colpa in un eremo lungo la Strada dell’Ultima Sera.

I sotterranei della scuola sono pieni di affreschi che rappresentano i maghi alle prese con la nebbia, nel tentativo di sbirciare oltre di essa, imbottigliarla, comunicare con essa. C’è anche un affresco con il grande mago che trovò lo specchio dei desideri. Infine possono essere rinvenuti, tra le rovine, alambicchi e vasi in cattive condizioni e un libro di carpenteria sulle navi volanti.

Il passaggio segreto che conduce alla stanza dello specchio si apre premendo tasti segreti sul bassorilievo del grande mago. É davvero difficile individuarlo, se non si sa dove cercare. Una volta aperto il passaggio si accede a un labirinto di specchi con trappole a fossa e infine alla stanza dello specchio maledetto. Antichi arazzi con ricami dorati ornano questa sala dal pavimento di marmo nero venato.


L’eremo di Jonnosuke:

Il vecchio mago (quasi cento anni) vive su una collina rocciosa raggiungibile solo scalandone le pareti. Qui ci sono nidi di draghi, rocce fluttuanti e cascate che iniziano e finiscono nel nulla.

L’abitazione del mago è una modesta casetta di pietra. Jonnosuke vive qui meditando, pescando e chiacchierando con i draghi che vengono a trovarlo. Ha anche un orto.

Il mago vive di rimorsi per aver abbandonato Risako e se gli viene raccontato che una ragazza è sparita nei pressi della scuola, rivelerà ai protagonisti la storia dello specchio dei desideri dalla cornice dorata (che ora è nera) e spiegherà come aprire il passaggio segreto e superare le trappole del labirinto. Lui non è mai più tornato alla scuola perché crede che Risako sia morta. Non sa che lo specchio ora è maledetto, anche se può pensare che sia responsabile della sparizione di Eriko.


Aggancio:

    • Se lo Specchio di Eriko viene utilizzato qui, mostrerà la ragazza in compagnia di Risako. Jonnusuke, al vederla, rimarrà sconvolto e non saprà che pensare, ma sarà l’occasione per raccontare ai protagonisti la sua storia. Jonnosuke dice comunque di essere troppo vecchio per unirsi ai nostri nella ricerca


Il regno delle ombre oltre lo specchio:

[ Foresta fitta (10) + buio (3) = ON: 13]

Lo specchio maledetto racchiude una foresta oscura, spoglia, contorta, popolata di ombre e occasionali corvi dagli occhi di cristallo. Vi sono anche dei ruderi che possono essere usati dai nostri come punti di sosta e di riferimento per comprendere che la foresta è circolare.

Qui non serve bere o mangiare. Essendo parte del più vasto regno dell’oltretomba, i Draghi dell’Ultimo Respiro e i corvi sono gli unici a poter andare e venire a piacimento, ma non aiuteranno mai nessuno a fuggire (anche perché potrebbero solo condurlo in altri piani del regno dell’aldilà). Il Ryujin può intervenire (per bocca di un drago, perché lui qua non può entrare) per mettere in guardia i nostri dal tentare un’azione tanto scellerata.

L’unico modo per uscire in sicurezza dalla foresta è farlo attraverso lo specchio, ma per poterlo fare bisogna che qualcuno entri nello specchio mentre noi usciamo (Risako questo lo sa, ma non accetterà mai di fuggire sacrificando qualcun altro). Viceversa, se qualcuno entra nello specchio senza che nessuno esca nello stesso preciso istante, allora nel mondo esterno comparirà un malvagio replicante, che altro non è che un’ombra spettrale della foresta. Anche i nostri, entrando, libereranno dunque i propri replicanti.

Perlustrando la foresta, prima o poi i nostri incontreranno Risako (una donna diafana, dai lunghi capelli neri) e scopriranno che ha accolto Eriko nella sua capanna circondata da fuochi fatui verdi.

Risako vive da 80 anni (ma non è mai invecchiata) parlando ai corvi, ai draghi e guardando il mondo esterno attraverso uno specchio d’acqua verde (dove non si capisce se si vede il presente, il passato, il futuro o addirittura se permette di gettare uno sguardo su altri mondi, come il nostro dove stiamo giocando). In una di queste visioni potremmo vedere anche il padre di Eriko, affranto per la scomparsa della figlia.

Risako spiegherà ai nostri quel che le è successo e di come sia impossibile uscire dallo specchio se non alle spese di qualcun altro; ma a quel punto il Ryujin parlerà attraverso lo specchio d’acqua mostrando che sta per costringere i replicanti dei nostri a tornare indietro! Nella visione, però, si vedrà anche che Hisashi sta percorrendo il labirinto di specchi; Eriko, perciò, tornerà allora allo specchio maledetto per avvertirlo di non entrare, ma lui deciderà di sacrificarsi per lei.

Mentre Eriko corre allo specchio maledetto, però, compare un’altra visione nell’acqua: Jonnosuke, che è stato avvisato dal Ryujin di quel che sta succedendo, sta arrivando anch’egli a cavallo di un drago; e alla fine entrerà lui nello specchio al posto di Hisashi, ricongiungendosi così a Risako, e tutti vissero a lungo felici e contenti. Lo specchio maledetto, a questo punto, riacquisterà il bordo dorato e verrà inghiottito per sempre dalla foschia viola.

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