Prima
dell’apocalisse ero un grande appassionato di film dell’orrore e di
fantascienza. Quelli che riunivano i due generi, poi, mi esaltavano
particolarmente! Film come Punto di non
ritorno e Pandorum erano dei
cult, per me.
Il
filone degli zombi mi piaceva fino a un certo punto. Non nego che Wolrd War Z o la serie The walking dead avessero un loro
fascino, ma tutte queste “apocalisse zombi” necessitavano sempre di un livello
di sospensione dell’incredulità, da parte dello spettatore, che un po’ mi
seccava. Intendo dire: ma come fa l’umanità a farsi sopraffare dagli zombi,
dai? Giusto se tutti gli uomini della Terra inanellassero una serie di
puttanate come i protagonisti di 28
giorni dopo, la piaga degli zombi avrebbe potuto espandersi a livello
mondiale. “Io sopravvivrei senza problemi, in uno scenario del genere”,
pensavo.
E
infatti sono ancora vivo. Anche se, onestamente, questa apocalisse vampiresca
che si è realmente abbattuta sul nostro pianeta è un po’ più tosta da affrontare,
rispetto alla classica apocalisse zombi. I vampiri ci hanno fatto il culo a
strisce.
Che
dire dei vampiri? Si nutrono di sangue, sono durissimi a morire, temono la luce
del sole – ma non vanno in autocombustione appena li tiri fuori dai loro buchi,
come nel film di Carpenter!
Sono
superpredatori di intelligenza medio-bassa. Cioè, non sono intelligenti come
gli esseri umani, ma più intelligenti di qualsiasi animale (tranne, forse, i
delfini. Dicevano che i delfini fossero molto intelligenti, se non ricordo
male, no?).
Chi
muore dissanguato dai succhiasangue, diviene a sua volta un vampiro. Mi
piacerebbe spiegarvi come questo avviene tecnicamente, parlarvi del virus che
questi ci iniettano con i loro canini affilati, ma la verità è che non ne so
molto. L’apocalisse ci è piombata addosso dal giorno alla notte (anzi, dalla
notte al giorno), quando tutti i
cadaveri del mondo si sono rianimati contemporaneamente come vampiri, e così
non c’è stato molto tempo per la diffusione delle notizie. La civiltà è capitolata
in un attimo.
Sono
trascorsi 28 giorni da quella notte. 26 da quando la televisione ha smesso di
trasmettere. 25 da quando internet ha smesso di funzionare. 364 da quando ho
fatto sesso l’ultima volta. Che poi è stata anche la prima.
Ci
aggiriamo per le strade deserte della città, sotto il solleone, alla ricerca di
cibo, armi e benzina. Siamo tutti ragazzi: Emiliano, il più giovane, ha 14
anni; Eugenio, detto “Mister”, perché era il capitano della squadra di calcio
dell’istituto tecnico, ne ha 19; e poi ci sono io, Franco, 17 anni. Mister
vanta di esser stato un tombeur de femmes,
ma io ho i miei dubbi sulla veridicità dei suoi racconti. Per fortuna c’è ora
Emiliano che ascolta pazientemente le sue cazzate fingendo di crederci, così io
ho la possibilità di rilassarmi e di esaminare il cadavere di questo vampiro
bruciacchiato in mezzo alle lamiere di una Ford Fiesta del 74. No, dai,
scherzo, non me ne intendo di auto, ho solo tirato a indovinare!
***
Quando
cala la notte, le smargiassate cessano. Abbiamo tutti e tre paura, anche se non
lo abbiamo ancora mai detto.
Emiliano
guarda fuori dalla finestra a vetrata, sporgendosi appena. “Fuori sembra tutto
tranquillo” dice piano. Mister annuisce, poi ficca nuovamente il naso nel suo
giornaletto porno, poi lo chiude e lo mette via: non riesce a concentrarsi.
Io
passo in rassegna la mia collezione di canini, tutti strappati a vampiri già
morti. Ho idea che ci saranno utili non appena incontreremo il classico team di
scienziati che stanno studiano la piaga in qualche laboratorio segreto nel
Nevada.
“Ma
noi siamo in Italia, pirla!” mi rammenta Mister. Come dargli torto?
All’improvviso
un rumore proveniente dal fondo del corridoio ci fa sussultare!
“Cazzo,
c’è qualcuno dentro al museo!”
“Te
l’avevo detto che dovevamo fare un giro di ricognizione, prima di sistemarci
qui!”
Come
siamo riusciti a sopravvivere finora, è un mistero, a volte. Infatti,
contrariamente a quello che pensavo quando guardavo i film, abbiamo fatto un
sacco di puttanate pericolose, in quest’ultimo mese.
Puntiamo
le armi e cominciamo a tremare, mentre i passi si avvicinano lentamente. Poi
una figura affiora dalla penombra, a diversi metri da noi. Cazzo, è una mummia!
Mister sviene, Emiliano comincia a tremare e balbettare qualcosa di
incomprensibile, io me la faccio addosso. Che situazione di merda!
La
mummia ride, mentre si gratta di deretano. Ha i canini. Okay, siamo fottuti!
“Calma,
ragazzi, non vi ucciderò tutti”, ci comunica l’antichissimo vampiro con voce
suadente, dopo aver smesso di ridere.
“M-ma
tu parli!”, afferma Emiliano.
“Si,
è il vantaggio di essere un cadavere non proprio di primo pelo”, replica la
mummia vampiro, scaccolandosi. E poi aggiunge:
“D’accordo,
ragazzi, vedo che siete in difficoltà, ma siccome non è più così comune
incontrare delle persone vive, voglio venirvi incontro. Dunque: uno di voi lo
mangerò, uno di voi lo trasformerò nel mio ghoul e il terzo rimarrà umano.
Avremo bisogno di un umano per passare inosservati tra i sopravvissuti.
Allegri, da oggi comincia una grande avventura per tutti quanti! Tutte le
informazioni a mia disposizione sull’attuale situazione del mondo ve le darò
poco a poco, mentre il nostro rapporto si consolida. Su,” dice infine,
fregandosi le mani, “scegliete i vostri ruoli!”.
Emiliano
ed io ci guardiamo, pallidi in viso. “Lui è il tuo spuntino!”, affermiamo
all’unisono, indicando Mister, ancora svenuto. Almeno non dovrò ascoltare le
sue cazzate.
“Franco,
cos’è un ghoul?”, mi chiede Emiliano sottovoce, ansimando.
“Se
è come nei film, un non-morto al servizio del vampiro”, gli rispondo cercando
di calmarmi. “In pratica è un immortale legato al padrone da un patto di
sangue, che principalmente lo protegge durante il giorno, quando questi è più
vulnerabile”.
Attimo
di silenzio.
Tutankhamon (è con questo nome che si presenterà il nostro nuovo compagno di viaggio.
Dubito che sia quello vero, però), spremendo con cura il cuore di Mister appena
estratto dal suo petto a mani nude, si sta facendo colare il gola il sangue. È
uno spettacolo disgustoso.
“Dunque,”
ci dice, “chi vuol essere il mio ghoul?”
Ho
sempre sognato di essere immortale. So che sto per fare una cazzata, ma a
questo punto, visto il grado di delirio della situazione, forse solo una
cazzata mi potrà garantire una vita abbastanza lunga da poter incontrare
un’altra ragazza che me la dia. E io voglio scopare di nuovo, prima di morire!
Ah,
ragazzi, quante volte dirò che ho rimpianto di aver alzato quella mano, nei
secoli a venire! Sarà la mia storia preferita da raccontare a un gruppo di
sopravvissuti intorno al fuoco, a quell’archeologa dalla grandi tette che
incontrerò nella jungla, ai salusiani che sbarcheranno sulla Terra ormai
devastata, tra 100 anni. Ma la verità è che non la rimpiangerò mai, perché
essere un ghoul è uno sballo. Specialmente lo sarà quando comincerò a praticare
un po’ di magia, raccogliendo qua e là i frammenti di una conoscenza ormai
scomparsa.
No,
no, non lancerò mai palle di fuoco dalle mani… purtroppo.
Emiliano,
invece, ci abbandonerà tra qualche anno, disgustato dalle nostre azioni
immorali, professando la fede in un mondo migliore, assieme a una biondina di
una piccola comunità francese di sopravvissuti. Poi lo reincontreremo, saremo
nemici, alleati contro i cultisti, reciprocamente rispettosi delle nostre doti guerriere,
e bla bla bla. Ma questa, ovviamente, è un’altra storia.
quando si dice lettura a denti (canini?) stretti! grande. un saluto.
RispondiEliminaGrazie :)
Elimina