Come
si diventa un Bravo MasterTM? Con la pratica ovviamente, ma non
solo: documentandosi su forum e blog, sperimentando soluzioni nuove, osando
(senza la paura di esser ridicoli)!
Master
si nasce o si diventa? Ritengo che per questa domanda valga la stessa risposta
che si potrebbe dare alla domanda: “artisti si nasce o si diventa?”. Io penso
che in parte sia predisposizione e in parte è merito dell’impegno.
In
questi ultimi anni ho affinato molto le mie capacità di Game Master ed essendo
i gdr un mio hobby questa è una cosa che mi ha dato proprio soddisfazione! Ogni
tanto, preso dall’impeto creativo, mi metto a scrivere un nuovo articolo sui
gdr, ma non sempre lo finisco: nel mio hard disk ce ne sono diversi lasciati a
metà. Credo sia normale, quando fai qualcosa per puro divertimento, l’essere
discontinuo. L’anno scorso ho aperto questo blog per gettare nel mare di
internet, in bottiglie di vetro, quei deliri di inchiostro che per combinazione
avevo concluso.
Ultimamente
ho notato che ci sono alcune persone che leggono veramente questo mio blog. Ne
sono lusingato, ovviamente, ma anche stupito, visto che non l’ho pubblicizzato
in alcun modo. Ho dunque pensato che forse dovrei limitare un po’ i miei
contorcimenti mentali ed essere un po’ meno categorico di come sono stato negli
ultimi post… o forse no! Dopotutto non mi alletta l’idea che questo spazio virtuale
smetta di essere lo spazio d’evasione per cui l’ho creato per assumere le
caratteristiche di una rivista. Quindi ringrazio molto i miei (pochi) lettori,
ma se sono interessati a quello che scrivo dovranno anche sorbirsi le parti
deliranti, categoriche e contraddittorie. ^_^
"Mi piace contraddirmi" - Dylan Dog |
Altre
volte, invece, sono stato colto da quell’inspiegabile sindrome che è propria
solo dei più anziani archivisti: sentivo che nel mondo c’era l’impellente e
fondamentale necessità di un trattato riassuntivo su tutto quello che è già
stato scoperto sul nostro hobby. Superbamente, ritengo che farei anche un
ottimo lavoro se mi ci mettessi, ma non credo che sarò mai abbastanza motivato.
Anche perché, a pensarci bene, un riassunto è utile solo per chi sa già le
cose; chi ancora deve imparare non può fare altro che leggere, sperimentare,
leggere, sperimentare, sbagliare.
I
quattro livelli della conoscenza, se non ricordo male, sono:
- inconsapevolmente incapace,
- consapevolmente incapace,
- consapevolmente capace,
- inconsapevolmente capace.
So
bene che non si finisce mai di imparare, ma io credo di essere arrivato al
quarto livello nell’arte di masterare (o masterizzare, che dir si voglia). Il
livello giusto per scrivere articoli, però, è il terzo! Quando ormai hai fatto
tue certe tecniche (di narrazione e preparazione, in questo caso), al punto che
le metti in atto senza doverci neppure pensare (come un automobilista dopo
dieci anni di patente, per intenderci), non hai più voglia di starci a pensare…
Il
che è un concetto molto zen, in verità! Solo dopo aver appreso alla perfezione
tutte le tecniche di scherma, i maestri di spada giapponesi abbandonavano ogni
nozione per lasciare spazio all’istinto.
"Oooohh..." |
“Svuota
la mente e il cuore, abbandona ogni preconcetto, dimentica tutto quello che sai
e poi ASCOLTA!”
***
Tornando
a bomba, la lettura dell’articolo che mi ha linkato Ale in risposta al mio, e di quello
originale di pennymaster, mi hanno
finalmente chiarito un concetto che sono sempre stato lì lì per afferrare, ma
che non avevo mai veramente stretto tra le mani:
che i gdr tradizionali, con tutti i loro innegabili
limiti, possono offrire un’esperienza che i new wave non potranno mai offrire;
e non si tratta di una questione di regolamento, bensì dell’alchimia che può crearsi al tavolo da
gioco in un tradizionale! Soluzione alchemica che può anche diventare
nitroglicerina, certamente.
E
questo, almeno per quanto mi riguarda, mette la parola fine alle masturbazioni
mentali sulla diatriba tradizionali/new wave. Mi spiacerebbe solo se questa mia
affermazione venisse usata da qualcuno per perorare la causa dei tradizionali
senza aver mai giocato veramente ai new wave; sarebbe un peccato (per lui).
Detto
ciò, vorrei concludere l’articolo esponendo qualche riflessione da master.
Riflessioni un po’ così, magari anche fuori luogo, sulle ultime cose imparate.
Tanto per fare degli esempi su cosa intendevo prima con “leggere, sperimentare,
sbagliare”.
Come
ho scritto in precedenza, col mio gruppo di gioco A cominceremo Deadlands, a
breve. Pare che il gruppo stia per rimpolparsi di brutto, come era ai primordi.
Non che l’idea mi esalti, perché in pochi si gioca meglio, ma in qualche modo
me la caverò. Anzi, ce la caveremo.
Un
grosso errore che ho fatto in passato (e che credo sia abbastanza tipico di
tutti i Game Master) è di volermi caricare tutta la responsabilità del gioco
sulle spalle. Il partecipazionismo da parte dei giocatori è un elemento chiave
dell’alchimia, ma essi lo possono offrire solo se c’è trasparenza e chiarezza
da parte del master! Quindi è indispensabile parlar chiaro sulle aspettative di
tutti e richiedere pazienza ai
giocatori.
No,
dico questo perché l’ultima giocatrice appena rientrata nel gruppo la vedo già
parecchio impaziente (secondo la classificazione dei giocatori data dal Manuale
del Dungeon Master, 4a edizione, è al 100% un’animatrice)! E ho trovato un
ottimo suggerimento per arginarla nel manuale
del Marshal di Deadlands. Una vera chicca, nella sua assoluta semplicità:
quando c’è da improvvisare un incontro (perché è arrivato un mostro errante,
perché i nostri hanno fatto qualcosa di imprevisto, o semplicemente perché non
te lo eri preparato), non serve invescendarsi; basta mettere il gioco in pausa
cinque minuti e dire ai giocatori di fumarsi una sigaretta, mentre tu ti
prepari. In questo modo tu non avrai i loro occhi puntati addosso a metterti fretta,
a loro darai il tempo di riposare i cervelli, e alla fine l’incontro sarà più
appagante per tutti!
Non
so quando avrò tempo di sperimentare sta cosa. Intanto la settimana prossima,
che faremo le nuove schede, cercherò di far passare il concetto, ai nuovi, che
ciascuno è responsabile della propria scheda. Speriamo bene. :-P
Ah,
altra cosa che ho imparato…! No, lo scriverò nel prossimo articolo, che in
verità avrei dovuto postare prima di questo perché la bozza l’ho buttata giù
quasi due settimane fa. Argomento (tanto per fare un po’ di hype): giocare
investigativo.
Credo che contraddirsi nella propria carriera di BravoMasterTM sia normale. E' frutto di un'evoluzione che matura con gli anni. Quando rileggo gli articoli scritti da me medesimo sul mio blog alcuni anni or sono non mi ritrovo. Non la vedo più, ad esempio, allo stesso modo sulla preparazione ed il carico di lavoro del GM. In questo senso i giochi new wave mi hanno aperto la mente, e mi ricollego al tuo passaggio per sottolineare quanto sia inutile la diatriba tra i crociati dei tradizionali vs new wave.
RispondiEliminaAlla fine leggere, scambiare idee, sfruttare le considerazioni altrui, documentarsi consente di migliorarsi. Poi ognuno sceglie a cosa giocare nel modo che più gli aggrada ed in base ai giocatori che ha, ai loro gusti.
Detto questo se non ti dispiace mi permetto di farti pubblicità e linkare il tuo blog sui miei. :)
Non mi dispiace. :) E grazie anche del commento!
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