domenica 30 novembre 2014

Essere Bravi Master

Come si diventa un Bravo MasterTM? Con la pratica ovviamente, ma non solo: documentandosi su forum e blog, sperimentando soluzioni nuove, osando (senza la paura di esser ridicoli)!

Master si nasce o si diventa? Ritengo che per questa domanda valga la stessa risposta che si potrebbe dare alla domanda: “artisti si nasce o si diventa?”. Io penso che in parte sia predisposizione e in parte è merito dell’impegno.

In questi ultimi anni ho affinato molto le mie capacità di Game Master ed essendo i gdr un mio hobby questa è una cosa che mi ha dato proprio soddisfazione! Ogni tanto, preso dall’impeto creativo, mi metto a scrivere un nuovo articolo sui gdr, ma non sempre lo finisco: nel mio hard disk ce ne sono diversi lasciati a metà. Credo sia normale, quando fai qualcosa per puro divertimento, l’essere discontinuo. L’anno scorso ho aperto questo blog per gettare nel mare di internet, in bottiglie di vetro, quei deliri di inchiostro che per combinazione avevo concluso.

Ultimamente ho notato che ci sono alcune persone che leggono veramente questo mio blog. Ne sono lusingato, ovviamente, ma anche stupito, visto che non l’ho pubblicizzato in alcun modo. Ho dunque pensato che forse dovrei limitare un po’ i miei contorcimenti mentali ed essere un po’ meno categorico di come sono stato negli ultimi post… o forse no! Dopotutto non mi alletta l’idea che questo spazio virtuale smetta di essere lo spazio d’evasione per cui l’ho creato per assumere le caratteristiche di una rivista. Quindi ringrazio molto i miei (pochi) lettori, ma se sono interessati a quello che scrivo dovranno anche sorbirsi le parti deliranti, categoriche e contraddittorie. ^_^

"Mi piace contraddirmi" - Dylan Dog
Dicevo che ho lasciato incompiuti diversi articoli che avrei voluto postare qui. Quasi tutti trattavano di cose che ho imparato giocando come Game Master. Quando scopri qualcosa di nuovo e lì per lì ti sembra una figata, ti vien subito voglia di scriverci un articolo, ma quando l’entusiasmo passa, se l’articolo non è finito, difficilmente ci rimetti mano.

Altre volte, invece, sono stato colto da quell’inspiegabile sindrome che è propria solo dei più anziani archivisti: sentivo che nel mondo c’era l’impellente e fondamentale necessità di un trattato riassuntivo su tutto quello che è già stato scoperto sul nostro hobby. Superbamente, ritengo che farei anche un ottimo lavoro se mi ci mettessi, ma non credo che sarò mai abbastanza motivato. Anche perché, a pensarci bene, un riassunto è utile solo per chi sa già le cose; chi ancora deve imparare non può fare altro che leggere, sperimentare, leggere, sperimentare, sbagliare.

I quattro livelli della conoscenza, se non ricordo male, sono:
  • inconsapevolmente incapace,
  • consapevolmente incapace,
  • consapevolmente capace,
  • inconsapevolmente capace.
So bene che non si finisce mai di imparare, ma io credo di essere arrivato al quarto livello nell’arte di masterare (o masterizzare, che dir si voglia). Il livello giusto per scrivere articoli, però, è il terzo! Quando ormai hai fatto tue certe tecniche (di narrazione e preparazione, in questo caso), al punto che le metti in atto senza doverci neppure pensare (come un automobilista dopo dieci anni di patente, per intenderci), non hai più voglia di starci a pensare…

Il che è un concetto molto zen, in verità! Solo dopo aver appreso alla perfezione tutte le tecniche di scherma, i maestri di spada giapponesi abbandonavano ogni nozione per lasciare spazio all’istinto.

"Oooohh..."
“Svuota la mente e il cuore, abbandona ogni preconcetto, dimentica tutto quello che sai e poi ASCOLTA!”

***

Tornando a bomba, la lettura dell’articolo che mi ha linkato Ale in risposta al mio, e di quello originale di pennymaster, mi hanno finalmente chiarito un concetto che sono sempre stato lì lì per afferrare, ma che non avevo mai veramente stretto tra le mani:

che i gdr tradizionali, con tutti i loro innegabili limiti, possono offrire un’esperienza che i new wave non potranno mai offrire; e non si tratta di una questione di regolamento, bensì dell’alchimia che può crearsi al tavolo da gioco in un tradizionale! Soluzione alchemica che può anche diventare nitroglicerina, certamente.

E questo, almeno per quanto mi riguarda, mette la parola fine alle masturbazioni mentali sulla diatriba tradizionali/new wave. Mi spiacerebbe solo se questa mia affermazione venisse usata da qualcuno per perorare la causa dei tradizionali senza aver mai giocato veramente ai new wave; sarebbe un peccato (per lui).

Detto ciò, vorrei concludere l’articolo esponendo qualche riflessione da master. Riflessioni un po’ così, magari anche fuori luogo, sulle ultime cose imparate. Tanto per fare degli esempi su cosa intendevo prima con “leggere, sperimentare, sbagliare”.

Come ho scritto in precedenza, col mio gruppo di gioco A cominceremo Deadlands, a breve. Pare che il gruppo stia per rimpolparsi di brutto, come era ai primordi. Non che l’idea mi esalti, perché in pochi si gioca meglio, ma in qualche modo me la caverò. Anzi, ce la caveremo.

Un grosso errore che ho fatto in passato (e che credo sia abbastanza tipico di tutti i Game Master) è di volermi caricare tutta la responsabilità del gioco sulle spalle. Il partecipazionismo da parte dei giocatori è un elemento chiave dell’alchimia, ma essi lo possono offrire solo se c’è trasparenza e chiarezza da parte del master! Quindi è indispensabile parlar chiaro sulle aspettative di tutti e richiedere pazienza ai giocatori.

No, dico questo perché l’ultima giocatrice appena rientrata nel gruppo la vedo già parecchio impaziente (secondo la classificazione dei giocatori data dal Manuale del Dungeon Master, 4a edizione, è al 100% un’animatrice)! E ho trovato un ottimo suggerimento per arginarla nel manuale del Marshal di Deadlands. Una vera chicca, nella sua assoluta semplicità: quando c’è da improvvisare un incontro (perché è arrivato un mostro errante, perché i nostri hanno fatto qualcosa di imprevisto, o semplicemente perché non te lo eri preparato), non serve invescendarsi; basta mettere il gioco in pausa cinque minuti e dire ai giocatori di fumarsi una sigaretta, mentre tu ti prepari. In questo modo tu non avrai i loro occhi puntati addosso a metterti fretta, a loro darai il tempo di riposare i cervelli, e alla fine l’incontro sarà più appagante per tutti!

Non so quando avrò tempo di sperimentare sta cosa. Intanto la settimana prossima, che faremo le nuove schede, cercherò di far passare il concetto, ai nuovi, che ciascuno è responsabile della propria scheda. Speriamo bene. :-P

Ah, altra cosa che ho imparato…! No, lo scriverò nel prossimo articolo, che in verità avrei dovuto postare prima di questo perché la bozza l’ho buttata giù quasi due settimane fa. Argomento (tanto per fare un po’ di hype): giocare investigativo.

2 commenti:

  1. Credo che contraddirsi nella propria carriera di BravoMasterTM sia normale. E' frutto di un'evoluzione che matura con gli anni. Quando rileggo gli articoli scritti da me medesimo sul mio blog alcuni anni or sono non mi ritrovo. Non la vedo più, ad esempio, allo stesso modo sulla preparazione ed il carico di lavoro del GM. In questo senso i giochi new wave mi hanno aperto la mente, e mi ricollego al tuo passaggio per sottolineare quanto sia inutile la diatriba tra i crociati dei tradizionali vs new wave.
    Alla fine leggere, scambiare idee, sfruttare le considerazioni altrui, documentarsi consente di migliorarsi. Poi ognuno sceglie a cosa giocare nel modo che più gli aggrada ed in base ai giocatori che ha, ai loro gusti.

    Detto questo se non ti dispiace mi permetto di farti pubblicità e linkare il tuo blog sui miei. :)

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